Juana Inès de la Cruz

Nel libro “Juana Inès de la Cruz” di Cristina Simonelli, editore San Paolo ( 135 pagine, 14,00 euro), si ripercorrono le tappe più importanti della vita della religiosa

Juana Ines de la Cruz (San Miquel Nepantla – Messico nasce nel 1648 e muore nel 1695), è stata una religiosa, poetessa e scrittrice.

Una bambina dotata di una viva intelligenza, che ama leggere, scrivere. Figlia illegittima di un proprietario terriero, dopo un infanzia trascorsa nella tenuta del nonno paterno, entra a far parte della corte del vicerè Antonio Sebastian de Toledo come dama della vice regina.

L’autrice Cristina Simonelli insieme ad una collega Rita Torti dirige la collana “Madri della fede” è insegnante di antichità cristiane e teologia antica presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale a Milano e Verona descrive in quest’opera la figura di una delle donne più importanti nello scenario del mondo letterario dell’America latina.

Juana è una icona che sostiene i diritti delle donne non solo in America Latina ma anche nel mondo. Fin dalla giovane età dimostrò disinteresse per la vita matrimoniale così decise di diventare monaca e si trasferì al convento di Santa Paula a San Geronimo a Città del Messico, dove morì, in seguito ad una terribile epidemia che si diffuse in tutto lo stato.

In quel convento potè studiare, scrivere, nonostante l’avversione e le pesanti critiche del vescovo  Manuel Fernandez de Santa Cruz che non vedeva di buon occhio che una monaca e una donna fosse così erudita.

Infatti, essere una monaca erudita come lo era Juana con una visione moderna sulla posizione femminile nel mondo non era consona per quel tempo.

Oggi, la figura di Juana e le sue opere letterarie sono un esempio del riscatto delle donne nell’era coloniale e di quanto ancora oggi i suoi testi risultano così attuali.

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